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Diritto spaziale: a che punto siamo?

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La notizia dell’ultimo lancio di satelliti militari da parte della Cina ha riaperto un dibattito, quello del diritto spaziale, che troppo spesso viene dimenticato quando si parla di far diventare l’umanità una specie interplanetaria. Tra enti privati e non che promettono di colonizzare la Luna prima e Marte poi, e la nuova “guerra fredda” tra USA e Cina, il bisogno di nuove norme che regolarizzino il campo spaziale si fa sempre più urgente. Ma a che punto siamo con il diritto spaziale?

Spoiler, praticamente a zero

IL TRATTATO SULLO SPAZIO EXTRA-ATMOSFERICO

La prima, e più importante, raccolta di norme che regolamentano lo spazio extra-atmosferico risale al 1967, quando venne depositato alla sede delle Nazioni Unite, il cosiddetto “trattato sullo spazio extra-atmosferico”. L’importanza di questo trattato è soprattutto storica, dato che fu firmato congiuntamente da USA e Unione Sovietica in piena guerra fredda. In breve questo trattato sancisce il divieto di portare armi di distruzione di massa e di costruire basi militari nello spazio, oltre che affermare che i corpi celesti, Luna compresa, sono “patrimonio comune dell’umanità e dunque che nessuno Stato può rivendicarne il possesso o sfruttarne le risorse. Naturalmente questo trattato è figlio dell’epoca in cui è stato scritto, e rispecchia i bisogni e le priorità dei governi degli anni ’60. Per questo motivo l’enfasi è posta sul divieto di portare armi nucleari nello spazio, più che su una legislazione vera e propria degli spazi extra-atmosferici.

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IL TRATTATO SULLA LUNA

Nel 1984 venne firmato un ulteriore accordo, chiamato “Trattato sulla Luna” che regolamenta, tra le altre cose, lo sfruttamento delle risorse lunari. Questo trattato però generò forti polemiche, e, cosa più importante, non fu firmato dai principali Paesi attivi nell’esplorazione spaziale: USA, Unione Sovietica e Cina, dunque la sua validità è pressoché nulla. Negli anni ’60 e ’80 era impensabile un progetto di colonizzazione e sfruttamento delle risorse come lo immaginiamo oggi. C’è dunque un urgente bisogno di un nuovo accordo internazionale, che risponda alle questioni più spinose circa l’esplorazione dello spazio: i terreni su cui nasceranno le colonie a chi apparterranno? Di chi sarà la proprietà delle risorse lunari, preziosissime per la produzione in loco di carburante? Che tipo di satelliti militari potranno essere messi in orbita attorno alla Luna? Sono tutte domande senza risposta, importantissime per una società che mira a costruire intere città su altri pianeti. Per questo motivo, se vogliamo evitare spiacenti incidenti diplomatici, la formazione di nuovi giuristi e legislatori spaziali sarà fondamentale nell’immediato futuro.

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