Fin dai primi voli spaziali con cani effettuati dall’Unione Sovietica, al primo uomo nello spazio nel 1961, fino alle missioni di lunga durata sulla Stazione Spaziale Internazionale, uno degli interrogativi più grandi che l’uomo si è posto circa l’esplorazione spaziale è come potesse reagire il corpo umano alle condizioni extra-atmosferiche. Da questa domanda è nata una delle branche di studio più interessanti e innovative del nostro secolo: la medicina spaziale.
Soprattutto durante le spedizioni sulla ISS sono stati raccolti milioni di dati sul benessere psico-fisico degli astronauti che ci hanno permesso di catalogare tutta una serie di patologie derivanti dalla lunga permanenza in condizioni di microgravità: alterazioni del sistema cardiovascolare, dovute all’assenza di gravità che solitamente aiuta il corretto fluire del sangue; alterazioni dell’apparato muscolo-scheletrico, in condizioni di microgravità infatti si attiva un meccanismo ormonale controllato dalla calcitonina che può portare all’osteoporosi; alterazioni del sistema immunitario, dovute ad una serie di condizioni psicologiche chiamate “stress da volo nello spazio”, e molte altre ancora.
Queste patologie possono causare danni anche irreparabili al nostro organismo, ed è per questo che la medicina spaziale sta diventando sempre più importante nella pianificazione di missioni extra-atmosferiche. Gli astronauti a bordo della ISS sono in costante allenamento fisico, per evitare l’atrofizzazione dei muscoli e sono monitorati ventiquattr’ore su ventiquattro da un equipe di medici, che controllano tutti i loro parametri vitali.
Ma queste soluzioni potrebbero non bastare alla lunga, soprattutto in vista di progetti di colonizzazione di altri corpi celesti del nostro Sistema Solare. Per questo motivo tutte le agenzie spaziali sono molto attive nella formazione e nella ricerca di medici specializzati nel campo dell’adattamento alla vita spaziale.
La chirurgia spaziale
Un’altra branca della medicina che sta sempre di più prendendo piede è quella della chirurgia spaziale. Se immaginiamo la nostra come una specie interplanetaria, la presenza di chirurghi capaci di operare in condizioni di microgravità è di fondamentale importanza. Ad oggi i protocolli della Stazione Spaziale Internazionale prevedono l’immediato ritorno sulla Terra in caso di emergenze mediche, ma, per viaggi lunghi fuori dall’orbita terrestre, si rende indispensabile la figura di un chirurgo capace di compiere operazioni nello spazio, ed infatti nei progetti delle capsule che porteranno l’uomo su Marte sono presenti delle “stanze” adibite alla chirurgia.
Ad oggi non sono mai state effettuate operazioni chirurgiche extra-atmosferiche, dunque la figura del chirurgo spaziale non esiste ancora, ma se vogliamo arrivare su Marte entro la fine degli anni 30, bisognerà investire molto tempo e risorse nella formazione di queste figure professionali.